«Vuole un caffè?»

caffe
Uff, è passata una vita dal mio ultimo post, sempre che si possa considerare un “post” visto che è più un segna-post-o :-) ))

Ho letto qualche blog qua e là. Che noia! Tutti che si raccontano i fatti loro, di come è triste il mondo, di come sono bastardi gli altri… boh.

Io sono felice. Forse è per questo che non scrivo?

Io… che bella parola… così breve, non ha consonanti, non ha praticamente sillabe. Mi piace. Mi piaccio. Io.

Nell’ultimo post lascio in sospeso il discorso del caffé e del perché questo blog si chiama in questo modo.

Io (mi piace questa parola…) non bevo caffé. Io (!) sono decaffeinato. Da sempre. Strano? Sì, eccome

Specie per quando vado a trovare un cliente o al termine di una mia lezione mi trovo a chiacchierare con gli studenti.

«Vuole un caffè?» «No grazie, non bevo caffè» «Ah no? E allora cosa posso offrirLe?» «Mah… — farei benissimo a meno di questa farsa, tuttavia — credo che prenderò un té» «Eh già, giusto… Lei è inglese». Già. Of course.

Massmediocrità

«Hai visto? Anche loro usano Windows»

Blue Screen
Stamattina Open Day alla scuola dove lavoro.

È una scuola privata, quindi sono necessari questi momenti di marketing. A me pare giusto e, anzi, mi piace anche. È sempre bello incontrare il (potenziale) cliente! È ancora più bello farlo liberandosi dalla schermatura della figura “pubblica”, viziata di antichità, appesantita da una eccessiva e ridicola macchinosità e, aggiungo, cosparsa di un bel po’ di falsità.

Ne ho fatta di esperienza, da tutti i lati della “cattedra”. Quindi, gentil lettore, credimi se dico queste cose.

Ad ogni modo, paranoie a parte, Venerdì (quindi ieri) incontrando i vari colleghi, li salutavo con un «Allora ci vediamo domani?». Ce ne fosse uno che ha detto «Certo!». No.

Tutti impegnati, altri malati. C’è stato un fuggi fuggi generale. Vigliacchi

Mi hanno disertato.

E menomale che poc’anzi ho parlato bene del mondo privato. Quando il Preside mi ha chiesto se potevo venire temo di essere stato l’unico ad aver accettato con entusiasmo, e questo entusiasmo non ha nulla a che fare con la postilla del Preside: «poi segna queste ore extra che a fine anno facciamo il conguaglio»

Comunque l’Open Day è terminato. Non ero l’unico. Menomale.

Il momento più divertente è stato quando, terminate le presentazioni, i genitori hanno potuto far visita alle strutture scolastiche. Io bado al Laboratorio di Informatica, una lunga stanza con ben 20 PC. Ne vado fiero. 20 monitor tutti uguali, 20 PC tra vecchi e nuovi, ognuno amorevolmente accudito come fosse un pargolo (giusto ieri ho eseguito un paio di interventi a cuore aperto con una professionalità medica seconda solo al più grande dei chirurghi).

Non ti tedio, paziente lettore, con i dettagli tecnici. Traviserei il tema di questi paragrafi. Ma questa breve introduzione server per meglio comprendere il dialogo. Un genitore alla moglie

«Hai visto? Anche loro usano Windows».

E certo, siamo mica una scuola del cazzo «Sì, abbiamo dotato questo laboratorio di computer recenti e software attuale» (risposta commerciale).

Il genitore «Visto? Proprio come quelli in azienda» e guarda in particolare uno dei PC.

Mi volto incuriosito. Ma vaffan… schermo blu con messaggio del tipo “è successo un casino, ti tocca spegnere. Se non ha salvato, fatti tuoi”. Che figura!

Massmediocrità