9 Agosto 2007, Oaxaca, Monte Albán

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Colazione in ostello dopo notte di fuoco con gli ospiti americani che fanno casino fuori dalle stanze, poi arrampicata con un Bus locale fino a Monte Albán e visita al sito con guida señor Coyote.

Il sito è ben più piccolo di Teotihuacán ma è molto verde e offre uno splendido panorama sulla valle. La civiltà Zapoteca aveva sostanzialmente tagliato la cima della montagna per realizzare una piattaforma ad una altitudine di circa 1940m.

Al pomeriggio visitiamo il museo storico di Oaxaca, realizzato all’interno dell’ex-convento de Santo Domingo de Guzmán (lo stesso del giardino etnobotanico di ieri…). Meravigliosi gli artefatti esposti e non di meno l’aura impressa dall’architettura del convento stesso.

La notte siamo in pullman diretti a Tuxtla Gutiérrez, in Chiapas!

Dato che i posti sul pullman sono limitati, tre di noi prendono il successivo, più lussuoso ma un attimino più caro. Qui viviamo una stranissima esperienza. Seduta a fianco a me c’è una donna messicana vestita e truccata quasi fosse una maga voodoo… ed attacca a parlare, lei in un tentativo di inglese, io cercando di buttar dentro quel poco di spagnolo che conoscevo (o che ero in grado di inventare in maniera credibile). Quando viene a sapere che nel nostro viaggio è previsto l’attraversamento del Guatemala, ci guarda malissimo e con tono greve esclama qualcosa che suona come “vas a matarse”  e “bandidos”!! (Luigi traduce dicendo che il Guatemala è pericolosissimo e siamo praticamente sicuri di rimanere ammazzati dai banditi).

Questa è fuori. Mi giro e cerco di prendere sonno, cosa peraltro non difficile vista la precedente notte insonne.

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8 Agosto 2007, Oaxaca

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Eccoci a Oaxaca, città dal nome impronunciabile.

Check-in all’ostello e poi colazione. Inizio ad innamorarmi del Messico, principalmente per la cucina ed in particolare la colazione: frutta, yogurt, pancakes, miele, cioccolato… tutto fresco e servito in una terrazza interna all’aperto e all’ombra. Chi mi sposta da qui!?

Oaxaca è una cittadina di case basse (massimo due piani) e larghe strade perpendicolari. Anche qui il centro del paese è rappresentato dallo Zócalo ma l’atmosfera frenetica di Città del Messico è un lontano ricordo. Qui impera la calma e il relax, all’ombra degli alberi della piazza o sotto gli ombrelloni dei pigri mercatini di tessuti e pizzi.

Anche il mercato principale è più tranquillo ma comunque in piena attività. I banchi sono stracolmi di ogni sorta di prodotti, dai vestiti, alla carne fresca, dalla frutta e verdura ai formaggi. C’è di tutto. Una zona è interamente dedicata alla carne asada, strisce di carne cotte sulla griglia e servite con abbondanza di tortillas e salsa guacamole su foglie di platano (pianta parente del banano).

Al pomeriggio visitiamo il giardino etnobotanico, realizzato nei terreni circostanti all’ex monastero di Santo Domingo.

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