Eccoci, ci siamo, il carnevale è alle porte ma già l’etere si popola di clown, buffoni, giullari, illusionisti, giocolieri, suonatori e cantastorie.
Tutta gente che fa a gara per apparire in tivù e dire la sua. Giocano a fare gli opinionisti, i saggi, gli esperti, gli scopritori del vero e del giusto, gli affidatari del bene e del buono.
Le marionette (che in tivù interpretano alternativamente il ruolo del conduttore o del giornalista) si rivolgono a loro con esagerato e goffo rispetto e riverenza, chiamandoli politici ed appellandoli con il titolo di onorevole (l’ossimoro è tra le figure retoriche il mio preferito).
E la giostra parte per un nuovo giro. Non si ferma mai. La musica si fa sempre più incalzante, il ritmo batte sempre più rapido e lo spettatore ride divertito, ignaro di esserne rimasto ipnotizzato. Batte le mani e canta. Senza sapere perché.
Se solo si potesse ad un cenno del regista spegnere tutto e dare finalmente la parola al protagonista.
Ha già imparato da tempo la sua battuta, se la ripete in continuo, ad ogni ora del giorno e della notte, ansioso di poter finalmente gridare all’apice del climax: “la Commedia è finita!“
29 gennaio, 2008
Massmediocrità
La democrazia non esiste. Non c’è da scherzare.
È solo frutto dell’immaginazione di un qualche filosofo greco, cui tutti hanno fatto seguito con le loro idee, le loro utopie, le loro guerre, le loro sconfitte e le loro vittorie.
Per cosa? Per migliorare la nostra vita? Per elevarci ad una società evoluta? Certo. E in questo i nostri padri non hanno solo vinto. Hanno trionfato.
Ma la democrazia, quella vera, è ancora di là da raggiungere. E forse mai la raggiungeremo.
Perché non può esistere.
Non può esistere una società priva di prevaricatori, di chi appartiene a un gruppo scelto che in qualche modo gode di privilegi negati agli altri. Non può esistere quando la stessa natura umana ci porta a fuggire dalla norma, dalla standardizzazione ma ci mette sempre alla ricerca della distinzione, del confronto, del modello da seguire. Della indentità.
Un motivo è che non smetteremo mai di inventarci privilegi da sfoggiare e similmente non smetteremo mai di dannarci per poterne godere dei frutti. Il denaro, la conoscenza, i gioielli, i terreni, la forza militare, l’astuzia, le risorse naturali… ognuna di queste ha dato luogo nella storia a ogni sorta di cattiveria e ancora oggi, sebbene cambi la forma e il modo, viviamo una lotta quotidiana per conquistarci la nostra fetta.
Eppure il nostro sogno è quello della tranquillità, dell’equità, dell’amicizia e dell’amore. Ma cosa facciamo per perseguire il nostro paradiso tanto desiderato?
Nulla.
Non c’è da scherzare.
11 novembre, 2007
Massmediocrità