26 Agosto 2007

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Si torna a casa: Cancún -> Dallas Fort Worth -> Zurigo -> Malpensa

Mexico Discovery 2007 Commenti disabilitati

5 Agosto 2007, Malpensa, Zurigo, Dallas Fort Worth, Ciudad de México

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Pronti si parte! Altro viaggio “discovery”, altra destinazione d’oltre-oceano. Altra prenotazione praticamente last-minute, sta quasi diventando una abitudine!

L’appuntamento è a un’ora indecente del mattino a Malpensa, gentilissimo il fratello di Cristina che ci accompagna fin là in macchina. Poverini invece Alba e Pierda che arrivano in treno da Roma. Per loro AnM non ha previsto un volo dalla capitale e si sono fatti una traversata notturna di mezzo stivale. Li troviamo mezzi assopiti in un lounge nell’area di check-in.
Pian piano arrivano tutti, compreso il coordinatore e ci accodiamo al banco per il nostro volo Swiss per Zurigo (il volo transatlantico lo prenderemo da là).
Il referente AnM è isterico, siamo ancora in coda ed il volo è già annunciato, rischiamo di perderlo e sono cazzi! Povero ragazzo, merita almeno un mese di riposo e una disintossicazione da caffeina. Sempre che sia quella la causa degli occhi rossi e l’espressione stravolta…

A Zurigo incontriamo gli altri del gruppo giunti in volo da Roma. Con loro Avventure è stata più gentile, anche se però in verità il viaggio era stato aperto ai soli milanesi (non erano cioé previste partenze dalla capitale).

Ad ogni modo ci imbarchiamo sul volo American Airlines diretto a Dallas Fort Worth. La solita paranoia americana ci impedisce di fare il check-in tutti insieme, così in cabina ci ritroviamo un po’ sparpagliati, ma almeno abbiamo la scusa per alzarci, visto che siamo impacchettati come delle sardine… terribile… mai più viaggerò con AA… al posto del film hanno trasmesso vecchi episodi di “Cheers”… e le hostess erano talmente brutte ed antipatiche che pensavo (speravo!) fosse tutto uno scherzo.

A Dallas Fort Worth altra dose di paranoia americana: dobbiamo ritirare i bagagli… caricarli sui carrelli… passare una porta e rimetterli sul nastro. Roba da matti! Memore della triste esperienza dei miei compagni di viaggio dell’estate scorsa, saluto amorevolmente il mio zaino, sicuro di non vederlo prima di un mese.
Altro volo American Airlines, altra triste esperienza. Sembra un vecchio DC3 ri-pitturato a nuovo (fuori) e incollato alla meglio (dentro)!

Sono preparato al peggio per quanto riguarda il Messico, ma non sapevo che il terzo mondo iniziasse già nel Texas. Oh God. Non so perché ci spiegano le misure di sicurezza, non ci sono tante speranze di salvarsi gonfiando il giubbotto salvagente!

Al tramonto del giorno più lungo della mia vita eccoci in discesa sopra Città del Messico! E’ oramai sera ed è tutto buio, poi ecco che dietro una montagna… appare una distesa infinita di luci. Città del Messico è vastissima! Inimmaginabile! Cresce in ogni direzione e non si arresta davanti alle montagne… prosegue anche oltre! Salvo quella che sembra essere la zona commerciale, sono tutte palazzine di massimo tre piani, affacciate su strette vie desolate che si intrecciano con superstrade a 3 o 4 corsie pienissime di traffico.

Finalmente a terra, nel terminal sembra il paradiso del risparmio energetico. L’aeroporto è illuminato solo da flebili lampadine da 60W e ovunque regna un senso di calma e di malinconia. Quasi di angoscia.

Le autorità messicane per non essere seconde agli americani, ci danno una razione doppia di misure di sicurezza, con una quantità di moduli da compilare inverosimile. Non solo vogliono tutti i nostri dati e sapere dove alloggeremo… sembra siano intenzionati a conoscere l’intero nostro percorso, specie quando partiremo. Siamo i benvenuti…

Ovviamente per uscirne vivi ci concordiamo su una risposta verosimile sebbene sappiamo tutti che un viaggio discovery è tutt’altro che… prevedibile…

A notte fonda usciamo dal terminal e ci imbarchiamo su dei mega-taxi. E qui le cose cambiano parecchio.

Se l’aeroporto ci dava un senso di relax, come da luogo comune sudamericano, la realtà cittadina è il contrario. I tassisti fanno a gara tra di loro dribblando un traffico caotico e velocissimo.
Pazzi.
L’autoradio batte un ritmo incalzante di acid-house mentre un piccolo messicano dietro un volante di tre misure troppo grande, volteggia da una corsia all’altra, ignorando stop, semafori, dossi, precedenze. In pochi minuti ci scaricano davanti all’albergo, un decentissimo 4 stelle Albergo Monte Real.

Collasso.

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