13 Agosto 2007, Agua Azul, Palenque

Palenque è abbastanza distante da San Cristóbal e non è ben posizionata rispetto al nostro itinerario verso il Guatemala. In sostanza è necessario passare una notte a Palenque per poi tornare a San Cristóbal e di lì proseguire.

Ancora un cambio di clima. Palenque risulta ad una altitudine ben inferiore rispetto a San Cristóbal e risente dell’umidità tropicale delle aree costiere del Golfo del Messico. Davvero insopportabile, specie se accoppiato ad una gran moltitudine di insetti di dimensioni orribilmente eccessive. Vabbé, guardiamo i monumenti e non pensiamoci su!

Il sito Maya si distingue dagli altri per la sua architettura, per gli artefatti e soprattutto per essere completamente immerso nella giungla, con piante e animali (principalmente scimmie) ben diverse da quel che abbiamo visto finora, o cui comunque non siamo abituati a vedere. La cornice è davvero spettacolare e le strutture, sebbene edificate con l’oramai ripetitivo principio delle piramidi a gradinate, non sono comunque da meno. L’aspetto negativo è purtroppo dato dal gran numero di turisti. Il senso di pace e tranquillità che denotava Monte Albán o (ancor di più) Toniná viene qui spazzato via da una cacofonia di lingue, schiamazzi e rumore…

Sulla via del ritorno ci fermiamo ad Agua Azul, una serie di cateratte dai colori spettacolari (di qui il nome).

Oddio, così recitano le guide e mostrano le foto, per noi invece si tratta di Agua Caffé, merito delle recenti piogge e del fango che hanno creato a monte.

Pranzo in uno degli innumerevoli tendoni montati tra gli alberi lungo la riva e via di nuovo per rientrare a San Cristóbal.

12:02 am Mexico Discovery 2007

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