Perseverare è diabolico

primarie

Alle politiche del 2006 ho votato Prodi, . Non ho votato un qualche mini-partito, così da potermi dissociare dalle grandi controversie, ma perché credo vivamente nel bipolarismo, nei grandi partiti unici e compatti, così come avviene negli altri paesi del mondo occidentale. Non ho nemmeno votato a destra, sebbene lo abbia fatto in un passato oramai più che remoto.

Sono di sinistra? Non credo. Non mi vedo in alcuna ideologia ben definita, non tanto alla luce delle attuali correnti politiche italiane ma principalmente nel più ampio aspetto generale, filosofico, sociale del termine.

Questo per dire che per certi aspetti mi scopro di estrema destra, per altri più moderato, altre volte ancora mi ritrovo concorde con pareri tipicamente di sinistra.

Perché ho votato Prodi? Perché speravo. Perché ci credevo.

Credevo nei valori espressi da una nuova realtà, che avesse colto i grandi errori del governo Berlusconi e con coraggio e caparbietà si attivasse al fine di mettere in riga il nostro paese e tutte le istituzioni che lo rappresentano. Che lo compongono. Che lo dirigono.

Speravo l’Italia alzasse lo sguardo verso il futuro e votasse con la testa. Non col cuore. Non invece vivendo un passato che non c’è più.

Alla fine però l’Italia ci ha creduto sempre meno, già da prima del voto, sparpagliandosi tra mille partiti di coalizione, preferendo al male ignoto il male ben noto e ampiamente dimostrato dalla CdL.

Tra qualche settimana l’Ulivo (o come vuole farsi chiamare oggi) giocherà ancora la carta delle primarie. Un modello di democrazia ereditato dai nostri cugini europei ed americani, qui tristemente trasformato in un espediente pubblicitario e propagandistico.

Mi domando ancora una volta se si tratti davvero di democrazia o… di una farsa spacciata come democrazia, dove si tratta solo di scegliere il male minore.

Perché comunque vada, saremo sempre lì, con le stesse facce, le stesse parole, gli stessi slogan, le stesse promesse.

E so già che sbaglierò ancora.

11:51 am Massmediocrità
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