La certezza dei fatti

impronta digitale

Mamma mia che fatica. È praticamente impossibile risalire a fatti e notizie concrete, anche su Internet. Merito della nostra stampa e del lodevole livello di giornalismo che la caratterizza? O pecca di Google che non indicizza tutto? O forse addirittura grazie al tam tam di interpretazioni soggettive e “opinionismiricorsivi che riempono la rete e la blogosfera di rumore? Bah…

Fatto sta che mi sono posto un piccolo progetto investigativo: risalire ai fatti concreti che hanno dato fomento alla grande polemica che in questi giorni rimbalza nei media, riguardo a queste diavolo di impronte digitali che lo stato italiano sta prendendo ai bambini rom (che solitamente chiamiamo “zingari“, ma ora che non è “politically correct” dobbiamo scegliere altri giri di parole).

Pure l’Europa si è messa in mezzo e il presidente Rumeno ha colto l’occasione per dire la sua ed unirsi al coro di chi accusa il nostro governo (e per sineddoche, il nostro paese, che l’ha eletto) di azioni razziste e addirittura naziste. Urka! Curioso poi trovare (senza nemmeno fare la fatica di cercare) un bel riferimento ad un “fuori onda” del presidente che apostrofa un giornalista come “sporco zingaro“. Bah…

Ma da dove nasce tutto questo? Figuriamoci se la stampa ci riporta con i piedi per terra e chiarisce le fonti del contenzioso! Sia mai che educhi il lettore ad avere un proprio senso critico e farsi una opinione personale!

No! Uno deve andare a vivisezionare la notizia, eliminare tutte le farciture populiste e rimanere con qualche briciola di verità postulabile. Solo allora c’è qualche possibilità di mettere insieme i pezzi del discorso.

È bastato in verità qualche minuto e qualche ricerca ad arte per arrivare al sito del Ministero dell’Interno, usare il suo motore di ricerca sotto “legislazioni” et voilà ecco la vox veritatis.

Oh bhé, ringrazio la mozione presentata presso il municipo di Roma, uno dei pochi documenti che riportano il codice dell’ordinanza altrimenti non credo ci sarei arrivato da solo in così poco tempo (citare le fonti, dal quel che so, è fondamentale per un buon giornalista, ma evidentemente mi sbaglio).

Ma perché, in fondo, così tanta fatica? Sostanzialmente per un mio grossolano errore. Cercavo documenti redatti da entità governative con potere legiferante che contenessero le parole “impronte digitali” e “rom“. Errore! L’ordinanza non contiene alcuna delle due! Ha!

Quindi insomma, tra echi, polemiche gratuite, strumentalizzazioni politiche e sindrome da “telefono senza fili” si arriva al sillogismo socratico secondo il quale “nomade” equivale a “rom” e “rilievo segnaletico” equivale a “impronta digitale“.

È  comunque perfettamente logico giungere a questo assunto ed è chiaro che uno non tende ad esporsi troppo quando redige un testo del genere. Ma è comunque vergognoso che si muovano pesanti accuse, anche con toni e modi ufficiali, basandosi solo su questi ragionamenti logici che però, nei fatti, si dimostrano prive di fondamento.

D’altra parte bisogna sempre contestualizzare.

In Italia i campi nomadi sono un problema. Per tutti. Sia per chi ci abita vicino (statisticamente aumentano i furti), sia per chi ci abita dentro (negazione dei diritti umani), sia anche per chi viene “toccato” seppure di striscio (per esempio gli automobilisti importunati dai lavavetri ai semafori). Ci meritiamo questo? L’onesto lavoratore, l’anziano che va a far spesa, la madre che porta in giro i bambini… meritano di sentirsi a disagio? Oppure abbiamo diritto ad un sistema sociale che garantisca a tutti una vita pacifica e priva di inutili paure e pericolosa diffidenza?

Per anni le amministrazioni hanno ignorato il problema o cercato di trasferire ad altri la necessità di prendere decisioni scomode. Alla fine però il ministro Maroni si è preso questo incarico, tra l’altro promesso in campagna elettorale.

Per troppo tempo infatti gli zingari (così si chiamano nel vernacolo della gente comune, perdio!) se la sono passata liscia. L’ho visto anche nella bella Como borghesotta e provinciale. Rubano, importunano, borseggiano, chiedono l’elemosina, sporcano. Li fermano, magari li arrestano. Ma poi? Niente. C’è sempre un qualche cavillo (specie se si tratta di minori) per cui se la passano impunemente. È questo uno stato di diritto? Bah…

Ad ogni modo un artificioso giro di parole (“ah, ma adesso prendiamo le impronte di tutto il paese, non vi preoccupate!“) ha pure messo a tacere l’euro-parlamentare Ungherese (di etnìa Rom) che anzi loda le intenzioni del ministro Maroni. Bella lì!

Figuriamoci se poi lo si fa davvero. Ci hanno appena esteso la durata dei documenti d’identità…!

11:59 pm Massmediocrità

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