3 Agosto 2008, Linate

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Okay, si parte. Questa volta il viaggio è pianificato in largo anticipo, niente imprevisti dell’ultima ora, variazioni di destinazione, documenti che mancano… stavolta le cose si fanno bene.

Anche l’attrezzatura è pianificata per bene, specie perché la coordinatrice ci ha fatto portare (almeno) un paio di chili di pasta ciascuno e alla fine ho dovuto metterci pure la tenda. Il tutto però a condizione di non superare la franchigia! Specie perché noleggiare una tenda là costa decisamente meno che pagare il sovrappeso al check-in.

Alla prima prova bilancia, il limite risulta superato abbondantemente, accidenti. D’altronde c’è la solita incognita sul clima: fa caldo o fa freddo? Ma caldo quanto? E soprattutto freddo… quanto?

Perché quando si parla di Africa, difficilmente ci si immagina di dover portare un sacco a pelo da zero gradi, o maglioni e maglie pesanti. Però nel clima arido desertico, la notte, fa freddo. Considerando poi che la Namibia è nell’emisfero sud non bisogna dimenticarsi che là è inverno e quindi non sorprende se c’è addirittura chi parla di brina. Ma come si fa a ragionare di queste cose quando in Italia è Agosto e solo a girare gli occhi si suda?!
Vabbé. Sacrifico qualche maglione ed il pigiama, ottimizzo gli altri cambi ed ecco raggiunto un peso vagamente accettabile (sovrappeso… ma non troppo)

Okay si parte, dicevo. A Linate troviamo l’uomo coi biglietti (il solito addetto di Avventure che appare all’improvviso con decine di biglietti in mano) e vai di check-in preferenziale! Il gruppo dei milanesi si ritrova al gate. Gente tranquillissima, chi legge un romanzo, chi il giornale, chi osserva in silenzio, chi già prende appunti nel diario. Che serietà!

Che palle!!

Ma non si giudica il libro dalla copertina, già a Francoforte infatti la prima impressione dà prova di essere stata troppo precipitosa e superficiale. Poi aggiungiamoci i romani e alè! La coordinatrice non si perde in chiacchiere e discorsi di circostanza, impartisce ordini e ci scruta da sopra le lenti degli occhiali con quello sguardo che “prova a disobbedirmi e sei un uomo morto”.

Sissignora!

Il viaggio prosegue per Windhoek (la capitale della Namibia) di notte. Okay che si guadagna sostanzialmente un giorno, ma è un peccato non poter vedere l’Africa dal finestrino! L’Africa, perdìo, ti rendi conto cosa c’è? Deserto, savana, giungla! Tutto lì sotto, nel buio totale. Non una città, non una cima innevata. Solo… nero…

La Air Namibia è una linea aerea molto semplice, sospetto che l’airbus su cui ci troviamo sia forse l’unico in dotazione per le lunghe tratte. I sedili in classe ultra-economica sono strettissimi ed i pasti serviti sono quelli della Lufthansa: buoni e caldi, sì, ma a base di patate e pasta scotta. E’ tardi, le hostess ci spengono le luci e non si può far altro che dormire. Proviamo.

10:59 pm Namibia 2008
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